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Caso tributi a Platì: il punto di vista dell’avvocato Antonio Pangallo


Gedac

Di Antonio Pangallo – Avvocato

Egregio Direttore,
con riferimento alla nota da Voi pubblicata su segnalazione della signora Giannina Rossi, mi corre l’obbligo di fare alcune precisazione avendo, il sottoscritto, contezza dei fatti per conoscenza diretta.
L’Agenzia delle Entrate/Riscossione, con intimazioni di pagamento notificate nel mese di luglio 2022, ingiungeva ad alcuni cittadini di Platì il pagamento delle somme dagli stessi dovute a titolo di Tassa smaltimento rifiuti solidi urbani per gli anni 2008, 2009 e 2010.
A seguito della notifica di dette intimazioni, i cittadini interessati, appalesandosi la prescrizione del diritto a riscuotere le somme ingiunte, proponevano ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria chiedendo, appunto, accertarsi e dichiararsi l’intervenuta prescrizione del credito suddetto.
I ricorsi in opposizione venivano notificati e all’Agenzia delle Entrate/Riscossione, quale Ente preposto alla riscossione delle somme, e al Comune di Platì, quale Ente creditore.
Il Comune di Platì, in risposta alla notifica di detti ricorsi in opposizione proposti dai cittadini, ha disposto, a carico degli stessi, accertamenti tributari con accesso alle private abitazioni per la misurazione della superficie calpestabile.
Or dunque, è certamente innegabile e fuor di dubbio che il Comune di Platì sia legittimato a disporre tutti gli accertamenti ritenuti più opportuni e necessari ai fini della legittima riscossione dei tributi locali.
Tuttavia, nel caso di specie, l’accertamento disposto nei confronti dei cittadini ricorrenti sia palesemente svincolato da qualsiasi attività difensiva relativa al ricorso dagli stessi proposto (i cittadini non hanno contestato la misura del tributo ma la dovutezza dello stesso per intervenuta prescrizione).
L’accertamento disposto nei confronti dei cittadini si appalesa essere, per i modi e i tempi con il quale è stato disposto, uno strumento posto in essere con finalità punitive e ritorsive ed è teso, chiaramente, a minare i diritti e le garanzie del contribuente che, del tutto legittimamente, ha esercitato il diritto sacrosanto a far valere l’intervenuta prescrizione del credito azionato.
Altresì, l’accertamento disposto nei confronti del cittadino si appalesa essere, per i modi e i tempi con il quale è stato disposto, uno strumento posto in essere in violazione alla legge e caratterizzato, per i modi e i tempi con il quale è stato disposto, da innegabili profili, di carattere penale.
Tanto precisato, ricordo a me stesso e al Funzionario Responsabile che ha disposto questo accertamento che, come a suo tempo precisato dal direttore della Agenzia delle Entrate Attilio Befera, «l’azione di controllo può rivelarsi realmente efficace solo se è corretta, e non è tale quando esprime arroganza o sopruso o, comunque, comportamenti non ammissibili nell’ottica di una corretta e civile dialettica tra le parti.» Di fronte a tali atteggiamenti, anzi, scaturirebbe soltanto “un devastante danno di immagine”, che finirebbe per associare “l’azione del fisco a quella di estorsori”.
Con l’augurio che il Comune di Platì voglia sollecitamente procedere all’archiviazione del procedimento accertativo siccome sopra azionato.
Con osservanza.


Gedac

Redazione

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