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Costume e SocietàLetteratura

Se non tutto è come sembra…

La tela del ragno


GRF

Di Francesco Cesare Strangio

Mentre camminavano Meng esclamò: «Questi cazzo di francesi! Spero che abbia capito quello che ha rischiato! Per un reato del genere, lo sbattono dentro e se ne fregano di lui e dell’Ambasciatore di Francia! Roba da matti!»
I due amici poggiarono l’indice sul naso in segno di silenzio, poi ognuno guadagnò la propria stanza.
Verso le undici del mattino si alzarono e scesero nella hall. Carmel e la ragazza rimasero al letto tutto il giorno e la notte successiva; volutamente il francese evitò di mettere piede fuori dalla camera.
Aquilino, rivolgendosi a Meng, disse: «Credo che Carmel, dopo questa terribile esperienza non farà più uso di stupefacenti.»
Quando la mattina del giorno successivo Carmel arrivò nella hall, Aquilino lo prese sottobraccio e lo portò a fare colazione nella grande sala del ristorante.
L’italiano gli intimò di guardarlo negli occhi poiché gli dava fastidio quel suo sguardo fugace.
Carmel era molto provato sul piano psicologico, non si dava pace su quanto fosse accaduto.
Aquilino gli disse che non doveva preoccuparsi più di tanto, poiché gli amici di Meng sapevano cosa fare con la ragazza deceduta.
All’italiano gli ronzava la testa, in quanto non riusciva a capacitarsi del perché il francese avesse rischiato così tanto portandosi dietro della cocaina.
Più ci pensava e più si persuadeva che c’era qualcosa nell’intera vicenda che non quadrava. Sembrava un mosaico al quale mancavano una serie di tasselli che rendevano impossibile il suo completamento. Non se la sentiva di continuare a portarsi dietro il pesante fardello del dubbio. Erano partiti assieme ed era giusto che arrivassero tutti alla meta senza che nessuno rimanesse per strada.
Il travaglio interiore bussava con forza alla porta della sua anima, fu così che decise di andare fino in fondo forzando la mano oltre il dovuto.
«Non immagini a cosa ci hai esposto» disse Aquilino rivolgendosi a Carmel.
Carmel lo guardò fisso negli occhi e disse: «Non capisco, cosa stai farneticando?»
«Come fai a formulare una tale buffonata? Neghi davanti all’evidenza?» ribatté Aquilino.
«Ti ripeto, non capisco cosa stai farneticando!» ripetè deciso Carmel.
Davanti alla determinazione del francese, Aquilino smise di parlare ed entrò in una breve pausa riflessiva, poi riprese cambiando tono: «Dimmi un po’, non avete consumato della cocaina con la ragazza?»
Carmel, per un attimo, assunse in volto l’aspetto della persona rassegnata, come se volesse ammettere la propria colpa.
Fissando con decisione Aquilino si difese con forza: «Ma che cazzo stai dicendo? Non ho mai fatto uso di droga in vita mia! Che c’entro io con queste cazzate? Nel corso della mia vita tutte le volte che esageravo, al massimo mi sono fatto un paio di birre, niente di più! Tieni conto che non ho mai fumato neppure uno spinello! Adesso mi vieni ad accusare di aver fatto uso di cocaina?»
Aquilino, nel vedere con quanta forza Carmel portava avanti le proprie ragioni ne rimase inebetito, come se fosse stato abbandonato dal bene dell’intelletto.
Lentamente, in Aquilino, iniziò a scemare la fuliggine del dubbio. I pensieri si agitavano nella mente come uno stormo di pipistrelli, un numero incontrollato di ipotesi presero a fronteggiarsi. Si soffermò a riflettere su quanto detto da Carmel; poi Aquilino disse al francese delle tracce di coca rilevata sul vetro del tavolino.
«Ecco perché mi guardavi strano! Mi sembra che durante quella fase concitata tu abbia pronunciato la parola “cocaina”! Adesso inizio a capire qualcosa!»
La naturalezza di Carmel nel sostenere la propria tesi disarmò l’italiano.
Le tenebre dell’ignoranza furono squarciate da un raggio di luce che si allargò così tanto da sembrare il sole a mezzogiorno. L’anima di Aquilino fu appagata, finalmente gioì e prese a ringraziare il Creatore a voce alta. Il suo stato emotivo divenne fluido e quieto come le acque di un lago in piena estate. La tristezza si trasformò in euforia e, non sapendo cosa fare, invitò Meng ad andare lì con urgenza. Senza esitare il cinese si precipitò da loro. Aquilino non stava più nella pelle, non vedeva l’ora di comunicargli quanto aveva appreso. Una volta venuto a conoscenza di come erano andate realmente le cose, il volto di Meng si aprì, facendo partire una felice risata e, nel frattempo i suoi occhi a mandorla si chiusero, lasciando solo due piccole fessure che a stento lasciavano intravedere le pupille.
Meng chiese permesso e si precipitò al telefono, presso il quale si intrattenne per circa un paio di minuti.
Terminata la telefonata, andò verso di loro e iniziò a esporre il suo parere su quanto era avvenuto in quella camera d’albergo.
Rivolgendosi a Carmel chiese se quando aveva fatto la doccia, la ragazza fosse con lui o meno.
Carmel rifletté un istante e dopo aver messo a fuoco le varie vicende, disse che la donna stava seduta sulla poltrona vicino al tavolino di vetro; e poi chiese: «Quale importanza ha dove sedeva la donna mentre io facevo la doccia?»
Meng sorrise dicendo che era molto importante. Un’altra cosa che volle sapere il cinese fu se ricordava i vestiti che indossava la donna e se avesse con sé la borsetta.

Continua…

Foto: parmatoday.it


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