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Costume e Società

Inaugurata a Bovalino la statua del “Martire di Gerace” Gaetano Ruffo


GRF

Di Davide Codespoti

Bovalino fa un ulteriore passo verso la scoperta delle proprie origini: il 15 novembre, alle ore 17:30, presso l’atrio del palazzo municipale bovalinese, è stata infatti inaugurata la statua in bronzo del patriota Gaetano Ruffo, giovane e sfortunato protagonista della fallita insurrezione mazziniana del 1847, fucilato insieme ai compagni di lotta (Michele Bello da Siderno, Rocco Verduci da Caraffa del Bianco, Pietro Mazzoni da Roccella Jonica e Domenico Salvadori da Ardore, tutti noti come i Cinque Martiri di Gerace) nella piana di Gerace il 2 settembre 1847. La scultura, opera del maestro Rosario La Seta, è stata donata al comune calabrese dalla sezione provinciale dell’Istituto di Storia del Risorgimento, presente con il presidente Giuseppe Fausto Macrì e con i componenti Domenico Capponi, Vincenzo Cataldo, Luigi Carrera, Davide Codespoti, Vincenzo De Angelis, Domenico De Maria, Giuseppe Napoli e Pino Macrì
La data della cerimonia non è stata casuale, perché coincidente con il bicentenario della nascita del giovane patriota, avvenuta proprio la sera del 15 novembre 1822 (seppur nella casa dello zio materno ad Ardore). Alla cerimonia, moderata magistralmente da Pasquale Blefari, assessore comunale alla Cultura, erano presenti, oltre al sindaco Vincenzo Maesano, alla Giunta Municipale e al Consiglio comunale al completo (maggioranza e opposizione), anche numerose autorità civili (il viceprefetto di Reggio Calabria Maria Stefania Caracciolo, il sindaco di Siderno Maria Teresa Fragomeni, quello di San Luca Bruno Bartolo, quello di San Giovanni di Gerace Giovanni Pittari, il vicesindaco di Casignana Franco Crinò e la sub commissaria di Bianco Scordo), militari (il comandante della locale stazione dei Carabinieri, i rappresentanti della Guardia costiera con sede nel Comune e i membri di varie associazioni combattentistiche, tra cui Cosimo Sframeli, presidente regionale dell’associazione Nastro Verde) e religiose. Erano inoltre presenti i discendenti dello sfortunato patriota, nelle persone di Fabrizio ed Enrica Ruffo, pronipoti del martire per la libertà.
L’evento si è suddiviso in due momenti: dapprima si è svelata la statua bronzea, accolta dall’Inno di Mameli suonato dalla classe di musica dell’Istituto Comprensivo Mario La Cava di Bovalino, seguito poi dai saluti del sindaco Maesano, che ha ribadito l’importanza della figura di Gaetano Ruffo, figlio illustre della cittadina bovalinese che merita di essere ulteriormente valorizzato con questa opera d’arte, che sarà momentaneamente ospitata nell’atrio del comune fino alla riqualificazione di piazza Ruffo a Bovalino Marina, presso la quale collocata al termine dei lavori. Gli ideali di libertà, pace e giustizia sociale propugnati da Ruffo sono stati al centro dell’intervento del viceprefetto Caracciolo, che ha ribadito che essi sono alla base della nostra stessa Costituzione democratica odierna. Inoltre, dopo l’intervento delle autorità e la benedizione della statua da parte del parroco don Luigi De Franceschi, è stata data lettura di una poesia di Ruffo (uomo colto e fine poeta in vita), intitolata Alla libertà e declamata da Vincenzo Marzano, presidente dell’associazione teatrale Gruppo Spontaneo.
L’evento si è poi spostato nella sala consiliare, all’interno della quale si è svolto un breve convegno che ha visto gli interventi di Macrì, che ha brevemente ripercorso le origini famigliari e la formazione politica di Gaetano Ruffo (figlio di Ferdinando Ruffo, di idee liberali, possidente e medico condotto che curava gratuitamente i poveri e gli indigenti di Bovalino) e il suo lascito ai posteri (infatti, durante i moti del 1848 in Lombardia, molti giovani patrioti portavano come segno distintivo il cappello alla calabrese, da allora usato a testimoniare l’appartenenza patriottica e perciò vietato e censurato dalle autorità asburgiche), La Seta, creatore della statua, che ha dato alcuni dettagli tecnici dell’opera, e Gianfrancesco Solferino, storico e critico d’arte, che ha analizzato dettagliatamente la produzione artistica di La Seta individuandone la calabresità in molte sue opere, specie a tema sacro.
La serata si è conclusa con la lettura, da parte di due alunni dell’Istituto Superiore Francesco La Cava di Bovalino, di una toccante lettera con cui Pietro Mazzoni diceva addio alla fidanzata Eleonora del Riso, ormai conscio della sua triste fine, e dello svelamento di una stele commemorativa raffigurante la fucilazione dei cinque, dapprima posta sul basamento del monumento ai caduti del Parco delle Rimembranze e anch’essa presto collocata in piazza Ruffo dopo gli opportuni interventi di riqualificazione.


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