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Domani un momento di confronto e preghiera presso l’Eremo dell’Unità di Gerace


Edil Merici

Dall’Ufficio Diocesano per le comunicazioni sociali

All’interno della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18/25 gennaio) è stato organizzato un momento di confronto e preghiera presso l’Eremo dell’Unità di Monserrato, in Gerace, luogo in cui suor Mirella Muià sta dedicando la sua vita a servizio dell’unità dei cristiani. L’incontro avrà luogo domani, alle ore 16:00, e vedrà la partecipazione del vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, della commissione ecumenica di padre Justin, del Monastero ortodosso di San Giovanni Therestis di Bivongi e del pastore Pino Imperitura della chiesa della Riconciliazione.
Nel presentare questa iniziativa, il Direttore diocesano dell’Ufficio Ecumenismo e dialogo interreligioso, don Enzo Chiodo, ha sottolineato che «ci incontreremo, certi che solo un ecumenismo di base, fatto di amicizia, di conoscenza reciproca e di fraternità possa aiutare anche la Locride a tracciare vie di bene
Ricordando la preghiera di Gesù “Che siano tutti una sola cosa”, parte l’invito a tutti coloro che sono in ricerca di Dio, agli uomini e alle donne di buona volontà che si spendono per il bene del nostro territorio e a tutti i rappresentanti di comunità religiose di altre confessioni, per avviare un processo sinodale (di cammino insieme e di conoscenza reciproca) per rispondere alle nuove sfide che il Signore pone in questo tempo.
Don Enzo Chiodo ha continuato la sua riflessione così:

Le diverse Chiese hanno scelto un versetto del profeta Isaia: “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” per condividere un percorso ecumenico di dialogo e preghiera. È un invito forte, quello del profeta, che stimola tutti a metter insieme fede e vita, culto e amore verso il prossimo. La fede coniugata con l’amore cambia la società. Imparare a fare il bene e praticare la giustizia comporta la denuncia delle ingiustizie che provocano divisione e oppressioni ritrovando in Dio la forza per curare i mali del nostro tempo. Imparare a fare il bene insieme aiutando gli oppressi e i nuovi poveri tra noi, proteggere gli orfani e le vedove e riparare il male fatto con una giustizia riparativa sono impegni che nascono dal rendere culto a Dio. L’unità è dono e grazia da chiedere nella preghiera ma anche impegno perché non prevalga l’emarginazione delle persone a motivo della loro “razza”, cultura e lingua. Ciò provoca un grande danno alla comunità umana e richiede continua conversione e impegno, perché ogni uomo sia riconosciuto nella sua dignità.
Il contesto ormai conflittuale che alberga nei nostri ambienti e nel mondo (la guerra, il colonialismo, il non rispetto dei diritti umani e altre forme di oppressione, di emarginazione razziale e di schiavitù), ci spinge a ritornare a “imparare il Cristo” (San Paolo, Efesini 4, 20), non con una conoscenza solo intellettuale, ma facendo esperienza della sua persona e praticando il suo vangelo. Egli ci ha rivelato il vero volto del Dio Giusto e Misericordioso, costruendo relazioni di pace e lottando per sradicare le strutture di peccato.
L’ecumenismo richiede una continua conversione di stili e di relazioni nuove a partire dalla
novità cristiana. Per questo avvieremo degli incontri di ascolto e di conoscenza reciproca con chi ha a cuore il dialogo e l’impegno per il bene comune.

Foto: italianostra.org


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