Di Francesco Salerno
La vita è spesso ironica, signore e signori, ed ecco che ce lo dimostra ancora una volta. Negli ultimi tre anni non abbiamo fatto altro che sentire ripetutamente la parola “complottista” usata in modo derisorio e dispregiativo, ed ecco che, alla fine, il complotto è saltato fuori.
In questi giorni, il Wall Street Journal ha reso pubblica un’inchiesta che vede l’emergere un vero e proprio complotto ai danni dei cittadini americani (e probabilmente anche europei).
È emerso, infatti, come la Casa Bianca e il Federal Bureau of Investigation abbiano costretto vari social network, tra cui Facebook, Twitter e YouTube, a silenziare ogni opinione contraria o dubbiosa sull’utilizzo dei vaccini per il Covid-19. Non si tratta delle celeberrime bufale, bensì di silenziare soprattutto medici, scienziati e virologi che ponevano domande scomode o avevano posizioni contrarie a quelle tenute dalla politica americana che, sin da subito, ha appoggiato in pieno l’uso dei vaccini senza se e senza ma.
Migliaia di utenti sono finiti vittima di questa censura di massa, venendo silenziati da chi, almeno in teoria, avrebbe dovuto garantirne la libertà di espressione e di parola.
Come emerso dalle e-mail in questione, gli obiettivi della censura erano soprattutto gli esperti del campo che, con la loro preparazione, potevano effettivamente mettere in discussione la reale validità dei vaccini. In pratica, non aveva importanza se uno studio medico avesse ragione sulla reale utilità di questo o quel vaccino, andava silenziato comunque.
Come riporta ancora il Wall Street Journal, “migliaia di cittadini americani sono stati silenziati per aver espresso opinioni scientificamente fondate ma divergenti dalla linea del governo”. In pratica, il tanto amato “lo dice la scienza” si è rivelato essere un “lo dice il governo”, con buona pace dei Roberto Burioni o dei Roberto Speranza americani.
Un vero e proprio complotto ai danni dei cittadini che si sono visti negare una delle libertà fondanti della cultura occidentale (o almeno questo è quello che amiamo ripeterci), ovvero la libertà di informazione.
Francamente oggi mi viene da ridere al pensiero di tutti coloro che per anni hanno additato chi divergeva dal diktat governativo/scientifico definendolo “complottista”.
Certo, potremmo a questo punto dire che, in fondo, la questione riguarda gli Stati Uniti, ma vogliamo davvero essere così ingenui? Davvero vogliamo far finta che Washington non influenzi l’Europa su questioni di tale importanza? La guerra in Ucraina potrebbe suggerirci la risposta…
Ma è anche vero che siamo un popolo lento a imparare e lesto a dimenticare, e scommetto la mia moneta preferita che la notizia che vi ho appena dato passerà in cavalleria (a proposito, ma qualcuno ne ha parlato, in Italia, dato che si tratta di uno dei più eclatanti scandali dell’ultimo ventennio?)
Se però, tra voi lettori, vi è qualcuno interessato a conoscere gli sviluppi di questa vicenda, suggerisco di farmelo sapere anche commentando questo articolo, così saprò che le ore spese ad informarmi, scrivere e verificare, non sono state vane…