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Costume e SocietàLetteratura

Zaleuco: le considerazioni di Platone

La Repubblica dei Locresi di Epizephiri


GRF

Di Giuseppe Pellegrino

Tutti sono concordi nell’affermare che la Legislazione di Zaleuco contiene delle novità rivoluzionarie rispetto al resto delle legislazioni greche. Lo si sottolinea con le parole di Platone e del suo Italia:

Io non credo che tutte le buone istituzioni siano venute dall’Egitto, o dalla Grecia, o dalla Tracia, e che so io? Esse sono nate ovunque vi erano uomini. La natura ci ha dato una vita, e sarebbe stoltezza credere che, avendo bisogno di respirare per conservarla, ci avesse costretti a imparare a respirare da un altro popolo. La stessa natura ci ha dato un istinto irresistibile che ci porta alla società, e questo istinto e tanto forte, quanto quello che ci fa amare la vita. Perché dunque non avrebbe messi nelle nostre menti i primi semi delle leggi, e che son tanti necessari per conservare la società, quanto la respirazione è necessaria a conservare la vita? Tutti i popoli hanno inventato da loro stessi le proprie leggi: non le hanno fatte tutte in un tempo, ma a poco a poco, perché a poco a poco sono nati quei bisogni che invitan gli uomini a riflettere, a poco a poco si sono succeduti quegli esperimenti che loro insegnano a riflettere. […]
Raccogliamo tra le tante cose che si attribuiscono a Zeleuco, quelle poche che, se non sono sue, sono almeno non indegne di lui. Si dice che egli sia stato il primo a stabilire pene certe. Prima di lui dipendevano dall’arbitrio dei giudici. Questo è il primo effetto che producono le leggi scritte. Zeleuco ha il primo istituito i piaceri. Non si può andar in giudizio, se prima tra i contendenti non si sono tentati tutti i mezzi di conciliazione. Chi rifiuta di riconciliarsi, è riputato una fiera. Zeleuco ha il primo introdotto ne’ giudizi la distinzione del possesso dal dominio. Eccoti due leggi sapientissime, ma di popoli da lungo tempo civili, e non dell’età di colui che si crede essere stato il primo a dar leggi scritte. Un’altra di lui legge vietava in città le botteghe dei rivenditori de’ commestibili. Egli volea che si rendessero
[refuso, verosimilmente “vendessero”] da quegli stessi che colla pastorizia e con l’agricoltura l’avean prodotti. Dicesi che Zeleuco molte altre leggi abbia ordinato sul commercio; quello che ti ho narrato, è d’uomo che ordina una piccola borgata, in cui non siavi commercio di sorta alcuno. In una città grande e popolata, quale è oggi Locri, l’opera dei rivenditori è indispensabile; la legge di Zeleuco più non si osserva e solo si rammenta da coloro che abbondano in tutt’ i paesi, e che si lagnano dell’aumento de’ prezzi delle cose, senza ricordarsi della differenza de’ prezzi del lavoro.

Queste saranno le linee guida nel commento alle leggi di Zaleuco che seguirà. Il nome Zeleuco e non Zaleuco non è un refuso, ma un riporto originale. Dall’insieme si denota anche il periodo nel quale Platone si trova in Italia, perché appare chiaro che molte delle sue leggi sono ormai desuete. Come il venir meno del divieto di intermediazione nella vendita dei prodotti.
Dalle considerazioni di Platone, per come sopra, si possono fare deduzioni importanti sull’opera di Zaleuco. Osserva il filosofo che la determinazione della pena per ogni singolo reato è una diretta conseguenza delle leggi scritte. Esse così non sono soggette a interpretazione, né ad estensione; in conseguenza deve essere prevista la pena, per non lasciare ad una interpretazione la punizione del reo.
Una seconda considerazione si può fare in ordine alla maturazione delle norme. Dice Platone: “Zeleuco ha il primo istituito i piaceri”.Interpretando Platone, significa che le prime leggi fatte da Zaleuco sono quelle cosiddette antisuntuarie,ossia, quelle che tenevano al decoro della donna, soprattutto quando era legittima compagna di desco. La ragione è intuitiva: l’origine dei locresi è servile; il comportamento delle donne nell’occasione non era conforme ai criteri delle legittime compagne di letto per come statuito nel resto della Grecia. Occorreva, dunque, dare una nuova legittimazione alla famiglia, che rappresentava, per i Greci, il pilastro su cui era basata la società e la comunità (polis).
La terza e ultima considerazione è che Platone si trova in Italia e a Locri nel periodo successivo al divieto di monetazione (354 a.C.), quando, con l’introduzione del nomisma la classe dei commercianti e degli artigiani ha un impulso economico notevole, tanto da avere una certa prevalenza sui Kleroi, il cui bene di base (klèros) ormai ha perso, causa della sua indivisibilità, quasi tutto il suo valore.

Foto: laleggechiara.it


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