Di Massimo Pedullà
Sempre la nebbia, che fitta mi acceca.
Quella lupa, che in sogno mi appare,
alle spalle mi avvolge,
mi pressa, e non mi morde.
Intorno mi guardo
ma sempre incappo, inciampo
e nelle braccia
del mio destino avverso cado.
Ho il sentore di quanto mi sia difficile
questo mio occulto vivere;
e spesso, cadente, mi domando
che ne sarà degli altri
e dei luoghi,
molecole di questo cosmo ordinato
e di me, povero atomo
di questo spazio infinito,
smarrito
e nel pieno degli anni
dal vuoto inghiottito.
Foto: cdviaggio.it