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Costume e SocietàLetteratura

Le “storie d’altri tempi” e la tutela del sapere umano dalla rovina del nulla


Edil Merici

Francesco Cesare Strangio sorprende, ancora una volta, il lettore con un libro che racconta e fa vivere delle Storie d’altri tempi in un affresco armonico, che riesce a traslare una realtà del passato rendendola chiara ed efficace.
La lettura scorre veloce e le pagine si susseguono tenendo alta l’attenzione, in attesa di comprendere cosa accadrà subito dopo. Marco, personaggio centrale della storia che va a intrecciare altre storie, rappresenta la concretezza dell’ingegno dell’uomo. Sembra, all’inizio, un sognatore. Uno dei tanti volenterosi che, però, non ha la dinamicità di raggiungere l’obiettivo. Ha la caparbietà di non lasciarsi abbattere da pensieri infausti o dalla realtà che lo circonda in cui “il giorno dopo, pur se lentamente, la vita riprese il ritmo di sempre”. Marco coglie l’attimo. Ha quella intuizione che lo porterà a stravolgere il suo microcosmo. È mosso, neanche a dirlo, dall’amore che tutto può e che lo porterà a lottare fino a riuscire a superare anche degli ostacoli atavici, come quello di un vecchio litigio per un confine, fino ad approdare in quel porto sicuro che è Gladuela, la giovane che “Marco vide entrare nell’edificio della scuola elementare, accompagnata dalla madre.”
La vita nel paese scorre attraverso i vari personaggi, ognuno con il suo ruolo all’ interno della Comunità, con una caratterizzazione che richiama, senza alcun dubbio, quella società meridionale di molti decenni addietro, ormai poco conosciuta dalle nuove generazioni, che la potranno, invece, cogliere appieno leggendo questa opera. Dal farmacista all’ufficiale sanitario, al ruolo fondamentale del prete, zio del protagonista. E non poteva mancare, come fulcro di tutto, il centro storico con il suo inconfondibile bar, luogo di incontri, di discussioni, ma anche motore pulsante di notizie che, giunte dall’esterno, si rimescolavano per uscire con una nuova e a volte differente veste: “C’era il barbiere, famoso per il pettegolezzo e per la sua capacità di ingigantire le cose […] La notizia attecchì sul fertile terreno della fantasia della gente che, inoltre, si preoccupò di aggiungere nuovi particolari…”. È ancora il bar il luogo in cui “nel mentre stava riflettendo su alcune vicende della storia del paese, Mario volse lo sguardo verso la parte alta della via che dava verso la chiesa e vide arrivare suo zio, che aveva appena finito di dire Messa, e camminava con passo lento e indeciso, a conseguenza del peso degli anni.”
Molto interessante è la struttura narrativa che, attraverso dei flashback, vere e proprie Voci della memoria, lasciano spazio alla rievocazione di episodi passati che, in ogni caso, sono necessari per comprendere le radici sulle quali si fondano determinate scelte che l’autore fa compiere ai personaggi, e sono, allo stesso tempo, intimamente connesse con il filo conduttore che si intreccia nel susseguirsi degli avvenimenti: “Marco era cresciuto in campagna e conosceva l’antico mestiere del contadino, ma da quando aveva compiuto il 12º anno, andò a imparare l’arte di muratore da mastro Filippo Spanò, un capo mastro che andava sui cinquant’anni”. E, come Marco, altri i giovani iniziano un percorso nuovo, rispetto al passato, a loro volta personaggi fondamentali per il seguito delle azioni e delle decisioni del protagonista. Uno su tutti, Mezza Manicola. Anche in queste scelte, Strangio sorprende e stupisce il lettore, che si ritrova delle descrizioni dettagliate che nulla hanno di superfluo, ma che sono basilari per il prosieguo delle tematiche che si sviluppano e si intrecciano all’interno delle pagine del libro.
La storia, o meglio le tante Storie d’altri tempi, che l’autore descrive con dovizi di particolari, sono una finestra su personaggi che nulla hanno da invidiare ai racconti che gli anziani ricordano e riferiscono dopo tanti anni a chi è venuto dopo di loro e che ha fame di conoscenza del proprio passato e di quello del paese in cui sono nati e cresciuti ma che, come da tradizione locale, non si ritrova degli scritti ma solo fonti orali, di testimoni non sempre diretti. L’autore invoglia ad approfondire quelle narrazioni orali nello scorrere delle pagine, in cui trovano nuova linfa vitale perché, a ribadire le parole di Strangio, peraltro profondo e attento intenditore del pensiero filosofico contemporaneo, “la volontà di potenza è il senso dell’essere, è la vita intesa come forza espansiva e autosuperantesi; per una tale ragione bisogna conservare, con ogni mezzo, il sapere umano dalla possibile rapina del nulla…

Foto: nonsprecare.it


GRF

Rocco Muscari

Rocco Muscari da oltre dieci anni si occupa di cronaca giudiziaria per Gazzetta del Sud. Un’esperienza formativa unica, con tutte le difficoltà insite che ci sono nel settore. Ha raccontato la storia giudiziaria dei maxiprocessi contro la criminalità organizzata che si sono tenuti negli ultimi anni, nonché di numerosi processi collegati all’attualità.

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