Buongiorno, Scuola
Di Ugo Mollica
Buongiorno a te, Scuola, alba rosata di gioventù
e vela fertile, che guidi il carro di questa civiltà che trema,
perché si ritrova il sole dei millenni a un passo dal deserto.
Settembre, andiamo, col fiato ansioso di chi
ha tanto amore da compiere sul suo desco quotidiano
e si muove sempre con misura e dolcezza.
C’è dappertutto bisogno di luce,
e tu, Scuola, danne quanto più puoi ai tuoi ragazzi,
colorandoli di sentimenti e di gentilezza.
Chiama la tua gente al lavoro dell’anima,
al sudore della conoscenza, all’ebbrezza del pensiero nobile,
per dare un sostegno pregiato al cuore dell’umanità.
Tu, artigiana e artista, sempre col filo in mano,
che ricuci strappi, e riduci ferite.
Alza il volume dei tuoi concerti, delle tue melodie,
di quelle parole morbide e piene di favole,
oggi che tutti parlano con moncherini di frasi.
Torniamo al piano, al chiaro, al semplice, al giusto!
Il mondo non è mai cambiato: aria, acqua, terra e fuoco,
sempre loro il teatro delle nostre isterie.
Non permettere mai la retrocessione delle regole,
che spesso si sentono prese in giro dalle eccezioni insuperbite,
che vanno disfacendo i nessi della società.
Sai, Scuola, è un’epoca in cui, più che a correggere l’errore,
si pensa a giustificarlo e a proteggerlo.
Uno che se ne intendeva tanto, a metà ‘700 diceva,
che la libertà è il diritto di fare ciò che le leggi permettono.
Ma se si rovescia la grammatica dei comportamenti,
saranno le leggi ad ammettere, che si affermi il contrario della
libertà! Tanta luce d’amore, Scuola mia, vola sempre alto!