Di Antonio Ardore
Nel 1940, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il Ministero della Guerra inviò a Bovalino un battaglione di fanteria e una sezione del Genio militare e che requisirono il palazzo Oliva alla marina, dove alloggiò il comando.
A Bovalino Superiore venne istituito un distaccamento del battaglione, mentre il Genio militare costruì in vari punti della cittadina diverse postazioni e una casa matta alla curva della castagnara, alla base della torre di sud-ovest del castello.
A luglio del 1943, il Genio scavò 3 gallerie sotto la strada statale in direzione della chiesa matrice di Bovalino Superiore. Le gallerie vennero riempite con molte cassette di tritolo, da far saltare in caso del passaggio di forze armate straniere.
Il 10 luglio avvenne lo sbarco in Sicilia delle truppe alleate americane e inglesi, e allora i tedeschi presenti sull’isola oltrepassarono lo stretto di Messina per risalire l’Italia e, in parte, alcune truppe, a Bagnara, risalirono la strada statale 112 (oggi Strada Provinciale 2) e, arrivati nottetempo a Bovalino, si fermarono presso lo spazio del convento di Bovalino Superiore.
Era il 10 settembre e Il popolo di Bovalino Superiore venne allertato di lasciare il borgo in quanto sarebbero scoppiate le gallerie di tritolo.
In paese rimase solo Domenico Zinghinì, ritornò subito lo zio di questi, Bruno e gli si unirono Pietro Ietto e Domenico Longo. Mentre Bruno faceva da vedetta, gli altri 3 amici svuotavano le gallerie, gettando il tritolo nel sottostante vallone del Soccorso e allontanandosi di corsa.
Domenico fece ritorno a casa portando con se una cassetta vuota dal tritolo, ma un soldato italiano, accortosi di lui lo intimò di seguirlo al comando. Zinghinì, dopo varie insistenze, riuscì a convincerlo che il 4 settembre era stato firmato l’armistizio, comunicato al popolo l’8 settembre.
Questo episodio, purtroppo poco conosciuto, resta comunque da ricordare, in quanto questi 4 giovani salvarono Bovalino Superiore dalla distruzione. Basta pensare che con lo scoppio delle gallerie sarebbe crollata l’intera chiesa matrice, cosa che non avvenne anche grazie alla protezione dell’Immacolata.
