
Di Massimo Pedullà
Non può esser
mia madre
che dal cristallo chiusa
compare,
e da cui traspare
ormai
quell’esile corpo:
muto e minuto,
senz’anima.
Chissà se il suo spirto
a sfiorar gli altri
e l’eterno si accinge;
chissà come è stato
il trapasso,
se con gaudio o altro.
Foto: uccronline.it