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Costume e SocietàLetteratura

Il Giardino di Campolico

Introspezione


Edil Merici

Di Antonio Zoccoli

Quanti ricordi affiorano nella mente
La mia fanciullezza e la mia gente
Eri un immenso giardino
E nasceva dalle tue terre un ottimo vino
Cresceva grano, fieno e frutta
E pascolava la capra la pecora e la mucca
Ora questo non c’è più e mi addolora
Tutto è abbondonato e non mi consola
Raggiungerti allora era sudore
A piedi, con asini o muli dell’ore
Canti di stornelli s’intonavano per la via
Racconti di vita che sembravano poesia
In primavera era festa tutte le ore
Perché la natura era tutta in fiore
Una sinfonia di canti profumi ed odori
Ed un arcobaleno di colori
Ancora più bello era ed è guardare
In lontananza le spumeggianti onde del mare
Che da Faro punta Stilo fino a Capo Spartivento
Guardi un orizzonte senza voltar il mento
Che dire dei canti delle donne che sembravan poesie
Nel zappettar il grano intonavano le loro melodie
Canzoni melodiose e d’amor cantavano
Il bucato nel ruscel lavavano
Donne energiche e forti
Sempre in compagnia dei propri consorti
Dolce e tenero momento conviviale
E l’invitar il proprio commensale
A pranzar all’ombra di un castagno
E riposar dopo con il compagno.

Foto: cosenza.italiani.it


GRF

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