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Attualità

Vincenzo Speziali: “Tristi lutti (settimanali) certificano i miei affetti di vita”

Edil Merici

Di Vincenzo Speziali

Questa settimana ha rappresentato una parentesi dolorosa: si sapeva (e si denigrava) il mio rapporto con Maria Fida Moro e non rinnego l’ossequio verso la figura di Sua Altezza Reale, il Principe Vittorio Emanuele di Savoia.
Chi si permette di giudicare me e i miei spontanei, disinteressati, autentici, reali, sentimenti, non osasse farlo pubblicamente (tra l’altro non avrebbe neanche la dignità per assurgere a siffatto onore della cronaca), quindi, tali canaglie riceverebbero i miei pubblici strali, le giuste repliche di reprimenda e ben altro ancora.
Si conosce il dolore che accompagnava Maria Fida o l’insolenza verso Vittorio Emanuele: per me sono stati esempi genitoriali, ovvero sempre proni verso i loro figli. Io non dimentico, né posso non farlo, cioè la difesa del Re verso di me: ha configurato non solo un sovrano, bensì un Uomo, con attributi (e non porta le bretelle!). Emanuele Filiberto di Savoia, allorquando un’insulsa inchiesta (di cui vi è coda prodedurale, a Beirut, che mi da ragione) lambì il sottoscritto in Italia, ebbe il coraggio di testimoniare solidarietà e difesa dalle pagine del Corriere: si può dimenticare ciò al pari delle lunghe telefonate di Maria Fida durante gli anni del mio (ingiusto!) esilio?
Nossignore, non si dimentica (chi lo.ha cagionato lo rammenti e ciò non è una minaccia, semmai minzione a mezzo stampa).
Come non dimentico Bobo e Stefania Craxi o i figli di Arnaldo Forlani, senza obliare a lui stesso, il mio Arnaldo. Ecco la mia vita: essa è ciò!
Ho fatto chilometri per essere ad entrambe le esequie, cioè quelle di Maria Fida e di Vittorio Emanuele e io, Vincenzo Speziali, di Bovalino, non rinnego, ma rilancio, cioè ostento i miei affetti: simu accussì, nui, genti du paisi meu!
Grazie per i messaggi di cordoglio nei confronti della Senatrice Moro (al cui figlio darò riscontro) ma grazie pure per l’umana partecipazione, con mio indegno (?) tramite, è stata data a Sua Altezza Reale (il mio amico, anzi per me un fratello, se non di più) Emanuele Filiberto di Savoia. Si… il nome lo scrivo per intero, poiché è lui che soffre oggi, in quanto suo padre gli ha dato amore e tanto altro ancora, dimostrando di essere una persona perbene (checché ne dicano moralisti e, ahimè, [non] anime candide e perbeniste). Allorquando un uomo, al proprio figlio, dichiara «voglio darti l’amore che non ho avuto dai miei genitori», si parla di un galantuomo, se non altro per come lo giudico io, che ho avuto e ho ancora, genitori possentemente magistrali (non come il mio omonimo zio… che molto lasciava a fare a mio padre, difatti, papà è migliore, in tutti i sensi, di suo fratello maggiore, parimenti a come sanno tutti).
Dalla uggiosa, ma sempre elegante Torino, io, non sposato con nobilastre di periferia e con genitori per quanto sedicentemente aristocratici seppure in bancarotta (mio suocero, vero principe, notoriamente, ha lasciato una fortuna e non era un gagà di provincia, né io mi sento suppellettile consorte, semmai l’ultimo degli Speziali che a Bovalino ci ha vissuto, è nato e continua a vivere, con orgoglio e coerenza) ritenzione i tanti che hanno compreso i miei sentimenti di dolorosa partecipazione: sono gli amici di infanzia e tanto basta, poiché trattasi di un mondo nel tutto, ovvero sineddoche descrivere di chi non avrà mai (soprattutto in bretelle) cittadinanza nel mio mondo (difatti lo faccio frequentare qualche mio ramo cadetto… poiché il figlio di mio padre sono io!).
Un’ ultima considerazione: avantieri, mentre vi si celebravano le esequie della Senatrice Moro, tutti siamo stati (o tornati a essere… com’è giusto che sia!) Democristiani; oggi, per Sua Altezza Reale, Vittorio Emanuele di Savoia (e per quanto l’ho descritto e conosciuto!), ci ritroviamo, in ossequio all’orgoglio nazionale, alla Casata Reale più antica d’Europa. Strano il destino: io coburgamente coniugato, sono felice che il nuovo capo della Casa Savoia, sia questo Principe coetaneo (Emanulele Filiberto), a cui rinnovo tutta la mia amicizia, la mia riconoscenza e il mio affetto: hai ragione… “ci siamo divertiti, condividendo con affetto molti momenti”, tuttavia noi due (e gli altri amici) continuiamo, sempre assieme, perché tra di noi vi è amicizia vera.

Redazione

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