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Attualità

Giornata del Fiocchetto Lilla: la sensibilizzazione e la solidarietà arrivano anche nella Locride

Pensieri, parole, opere… e opinioni

Edil Merici

Giovedì 15 marzo è stata celebrata anche sul nostro territorio la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare. La ricorrenza, istituita nel 2012 grazie a Stefano Tavilla in onore della figlia Giulia, mancata a causa di una malattia derivata da un disordine alimentare, riveste un’importanza fondamentale nel sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere la consapevolezza su anoressia nervosa, bulimia e altri disturbi correlati, offrendo un’opportunità preziosa per educare e informare sulle sfide affrontate da coloro che ne soffrono.
L’incidenza dei disturbi di questo tipo, soprattutto tra i giovani, è un problema che ha acquisito maggiore rilevanza con l’emergere della pandemia da Covid-19. Le restrizioni imposte dalla pandemia, come l’isolamento sociale e lo stress aggiuntivo, hanno infatti aumentato il rischio di sviluppare problemi legati all’alimentazione ha causa dei cambiamenti significativi nella routine quotidiana che ha creato un ambiente in cui l’insorgenza o l’aggravamento dei disturbi alimentari hanno trovato terreno fertile. La mancanza di routine, il maggiore tempo trascorso sulla rete e l’ansia generata dalla situazione pandemica hanno contribuito ad aumentare la vulnerabilità nei confronti di questi disturbi ed è forse per questa ragione che, al netto dell’istituzione della ricorrenza ormai 12 anni fa, fino a oggi poche persone ne abbiano sentito parlare o ne conoscessero l’esistenza.
L’organizzazione di manifestazioni in tutta Italia dedicate alla Giornata del Fiocchetto Lilla dimostra un impegno crescente nel combattere lo stigma associato ai disturbi alimentari e nell’offrire sostegno alle persone colpite. Queste manifestazioni forniscono infatti uno spazio sicuro per condividere esperienze, accesso a risorse utili e promuovere la consapevolezza sui segni e sintomi precoci dei disturbi alimentari, favorendo la socialità tra le persone che ne sono affette e diffondendo, soprattutto tra i giovani, la consapevolezza di non essere soli nell’affrontare le sfide che la vita ci impone e di soffocare quel senso di inadeguatezza che troppo spesso attanaglia l’adolescenza. Inoltre, incontri e manifestazioni di piazza contribuiscono a ridurre l’isolamento e a promuovere un senso di comunità tra coloro che sono affetti da questi disturbi e i loro parenti, cancellando per la prima volta il diffuso imbarazzo che troppo spesso convince le famiglie a cercare di risolvere tra le mura domestiche problemi di sottovalutata gravità.
Che l’organizzazione di manifestazioni in tutto il Paese rappresenti un passo importante verso la creazione di una società più informata, comprensiva e solidale nei confronti di chi lotta contro questi disturbi pare essere ormai stato compreso a ogni latitudine, come dimostra anche la grande partecipazione alla manifestazione sul tema organizzata nel nostro territorio, della quale protagoniste assolute sono state le scuole, come un articolo che ci arriva da una studentessa del Liceo Classico ben vi racconterà più tardi.
La partecipazione massiccia alle manifestazioni organizzate in occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla in un territorio come la Locride, dove sono presenti meno risorse e meno consapevolezza su questi problemi, diventa ancora più significativa, perché in grado di offrire una piattaforma per abbattere il silenzio e il tabù che circondano i disturbi alimentari, permettendo anche a individui che hanno accesso a meno risorse di condividere le proprie esperienze, preoccupazioni e speranze. La partecipazione attiva alla sensibilizzazione su questi problemi aiuta a creare una cultura di accettazione, comprensione e sostegno reciproco all’interno della comunità, e quando le persone si sentono sostenute e comprese è più probabile che si rivolgano a terzi per aiuto e trattamento, contribuendo a migliorare la loro salute e il loro benessere, implementando conseguentemente la qualità della vita complessiva a livello comprensoriale.
Personalmente, la partecipazione massiccia a queste manifestazioni mi ispirara un senso di fiducia nel futuro, poiché ancora una volta dimostra quanto le nuove generazioni siano pronte (più di noi) ad assumersi un impegno collettivo verso la costruzione di una società più empatica e inclusiva. Dimostra che, nonostante le sfide e le difficoltà del presente, c’è speranza e volontà di lavorare insieme per un futuro migliore. Il ritrovato sentimento di solidarietà e mutuo soccorso può aiutare a contrastare la diffusa sensazione di individualismo e alienazione che caratterizza la società contemporanea, promuovendo invece la coesione sociale e il sostegno reciproco.
Sognare un futuro più sereno significa anche immaginare una comunità in cui le persone si sentono connesse e supportate, in cui le generazioni future possono crescere in un ambiente che promuove la comprensione, la gentilezza e l’accettazione reciproca e la partecipazione alla manifestazione di giovedì ci ha offerto gli strumenti per avvicinarci a questa visione, costruendo un mondo in cui l’uomo, con buona pace di Plauto e Thomas Hobbes, non è più “lupo per l’altro uomo”, ma piuttosto un alleato e un sostenitore nel percorso verso il benessere e la felicità.

Foto: corriere.it

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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