Vito Crea: “Chi ha riaperto le scuole non ha ideato protocolli per i disabili”

La riapertura delle scuole ha creato non poche polemiche a Bovalino, dove l’alto numero dei contagi e la scoperta di un’alunna positiva già il primo giorno di lezione hanno preoccupato e indignato una larga fetta dell’opinione pubblica. Per cercare di capire quale sia la situazione e comprendere le ragioni di chi sostiene che aprire sia stato un errore abbiamo dato la parola a chi ci offre uno sguardo su scuola e pandemia da una prospettiva particolare, quella degli studenti con disabilità: Vito Crea, presidente dell’Associazione Difesa dei Diversamente Abili.
In che modo ha accolto questa decisione di riaprire le scuole a Bovalino?
Mi ero riproposto di non intervenire sul tema, visto che purtroppo l’ego smisurato e il teatrino dei numeri e delle teorie mette in secondo piano il diritto alla salute e la protezione dei soggetti fragili. Purtroppo, nell’apprendere che nelle nostre scuole cittadine ci sono 16 positivi tra ragazzi e personale scolastico mi impone, da rappresentante dell’A.D.D.A., una riflessione e una presa di posizione chiara e inevitabile. Ricapitolando, Bovalino ha oltre 100 contagi e continue ordinanze di quarantena ma, cosa assurda, non si è provveduto a nessuna azione preventiva e di contrasto quali tamponi, screening, personale sanitario nelle scuole. È notorio che il virus è dilagante, sentiamo di continue chiusure di classi, plessi e istituti, ma la cosa più grave è che, in caso di contagio di soggetti autistici, specie non collaboranti, sarà un dramma, considerate le strutture sanitarie inidonee sul territorio, ecco perché era importante sostenere con tutte le forze il protocollo della Garante dei disabili Maria Rita Canova che, ricordo, già da ottobre percorre questa strada copiata da mezza Italia e sostenuta da centinaia di Associazioni Calabresi. Ho sentito dichiarazioni imbarazzanti come: «È normale che ci saranno contagi nelle scuole. Se si verificheranno in una sola classe chiudiamo la classe, altrimenti un plesso e poi, magari, l’istituto». Ma, per un attimo, e non voglio fare terrorismo, queste persone hanno pensato cosa accadrebbe se il virus colpisse un disabile? A come intervenire? Cosa è cambiato dopo le vacanze di Natale? Quale interventi sono stati fatti? Queste persone hanno capito che siamo in guerra? E che il diritto alla salute e alla vita è fondamentale? Continue aperture e chiusure, poi quarantene… ci siamo chiesti se i ragazzi messi in quarantena non subiscano “conseguenze psicologiche”? Oppure come si fanno a tenere in isolamento dei ragazzini? In tal caso sarebbe necessaria la presenza dei genitori ma, se lavorano, come dovrebbero comportarsi? Deve essere messo in quarantena tutto il nucleo famigliare? E se ci sono persone anziane e immunodepresse quali potrebbero essere le conseguenze? Se ci sono disabili quali protocolli vengono adottati?
Trovate le risposte del sindaco Vincenzo Maesano nell’articolo che potete leggere cliccando qui.
Foto: ilreggino.it