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Costume e Società

Italia: una figlia del Sud

Potrebbe sembrare un burla o, tutt’al più, un curioso gioco di parole: l’Italia è figlia (anche) dell’Aspromonte! Si tratta, tuttavia, di un dato certo: anzi, storico. L’Italia prende il proprio nome, infatti, dalla Calabria: per essere maggiormente precisi dall’area meridionale della regione, zona che, ci raconta Tucidide, anticamente identificata come Enotria, fu rinominata Italia in onore del re Italo. Diverse le fonti storiche che lo attestano.
Sedici generazioni prima della della guerra di Troia, Italo divenne re di quasi tutta l’attuale Calabria a eccezione della zona settentrionale. A dare supporto all’af­fermazione di Tucidide c’è anche Aristotele che, nel VII libro della Politica afferma:

Divenne re dell’Enotria un certo Italo, dal quale si sarebbero chiamati, cambiando nome, itali invece che enotri. Dicono anche che questo Italo abbia trasformato gli enotri, da nomadi che erano, in agricoltori, e che abbia anche dato a essi altre leggi, e per primo istituito i sissizi. Per questa ragione, ancora oggi, alcune delle popolazioni che discendono da lui praticano i sissizi e osservano alcune sue leggi. […]
Da lui [Italo, ndr.] in seguito prese il nome Italia l’estrema propaggine delle coste europee delimitata a nord dai golfi [di Squillace e di Sant’Eufemia].

Ebbene, Aristotele ci parla di Italo come di un re saggio ed equilibrato, da cui dipesero le sorti degli enotri, popolazione rinominata più tardi itali o italioti. In realtà si trattava di tribù primitive adattate a una forma di cultura nomade, che lo stesso Italo riuscì a convertire, con l’andare del tempo, in civiltà sedentarie, fornendo loro persino un codice di leggi. Si tratta della stessa civiltà che popolò la bassa Calabria e che riuscì ad assoggettare a sé le altre popolazioni indigene, estendendo così la sua zona di influenza molto più a nord.
Perciò, quando giunsero i primi coloni greci, questa fascia territoriale, in particolare la zona aspromontana, si presentò loro con il nome di Italia. In seguito, con l’estensione della colonia greca a sud e a nord (che sarebbe stata definita Magna Graecia), furono gli stessi greci ad applicare il nome Italia a una porzione più vasta di territorio. Ci penseranno i romani, successivamente alle loro conquiste, ad applicare tale nome all’intera Penisola, compresi i territori delle Alpi, della Liguria e dell’Istria. Un dato di fatto che riassume un lento processo di assimilazione dei popoli indigeni di questa terra alle nuove culture, prima quella dei greci e poi quella dei romani, a sua volta frutto di un impasto secondo la leggenda frutto dell’unione dei discendenti di Enea con i latini e le civiltà etrusche, che saranno poi a loro volta assorbite (in epoca più recente) dalle civiltà spagnola e francese.
È proprio tale mescolanza di razze e di culture che ha dato origine al popolo italiano come lo conosciamo. Ma il nome – almeno quello! – trae origine proprio dalle remote terre della Calabria meridionale.
Nel V secolo a.C. Antioco di Siracusa ci forniva questo quadro della situazione:

L’intera terra fra i due golfi di mari, il Nepetinico e lo Scilletinico, fu ridotta sotto il potere di un uomo buono e saggio, che convinse i vicini gli uni con le parole gli altri con la forza. Quest’uomo si chiamò Italo, che denominò per primo questa terra Italia. E quando Italo si fu impadronito di questa terra dell’istmo, e aveva molte genti che gli erano sottomesse, subito pretese anche i territori confinanti e pose sotto la sua dominazione molte città.

Foto: matera.italiani.it

Francesco Marrapodi

Francesco Marrapodi approda a Métis dopo aver ricoperto importanti ruoli in altre testate giornalistiche. 
È stato Redattore Capo per la provincia di Reggio Calabria de “L’Attualità”, collaborato con “Calabria Letteraria” e con “Alganews”, nonché con la testata giornalistica “In Aspromonte”. 
Ha studiato tecniche e metodi di scrittura del “Gotham Writers' Workshop”, è stato inserito nell’antologia “Ho conosciuto Gerico” in onore di Alda Merini con la poesia “La Nova” e fa parte dell’“Unione Poeti dialettali di Calabria”.
L’8 agosto del 2014 ha realizzato sulla spiaggia di Bianco una statua di sabbia raffigurante Papa Francesco, evento recensito da “Famiglia Cristiana” per il quale ha ricevuto il ringraziamento e la benedizione del Papa in persona. 
Si è reso inoltre promotore di una campagna contro l’inquinamento marino con “La morte di Poseidone”, statua di sabbia che ha suscitato grande interesse in tutto il mondo. 
Francesco è oggi un punto di riferimento redazionale su Bianco e dintorni, con un ruolo di primo piano nella Redazione Cultura.

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