Di Giuseppe Pellegrino
Bisogna non far confusione tra la tesi che qui si intende sostenere, ossia sull’ispirazione avuta da Zaleuco da norme dell’Antico Testamento dal concetto di origine divina delle leggi: concetto, questo, comune quasi a tutti i Greci, ma anche ai Romani, che dal Diritto greco hanno preso non poco, seppure con essi il diritto ha fatto passi da gigante a tal punto da essere finanche a oggi un punto di riferimento per legislazioni di più di uno Stato. La trattazione del diritto prellenico, o del pre diritto tout court,serve a dimostrare che ogni consorzio umano, alla sua nascita, ha sancito l’origine delle leggi da un fattore divino: fossero gli Dei o un unico Dio. Locri non è un’eccezione. Invero, i legislatori arcaici non erano diversi dai sacerdoti che, come quelli di Delfi, traevano la loro autorità, rispetto e venerazione direttamente da un Dio o dagli Dei.
Anche per i Romani che collegavano a Giove l’origine sacrale delle leggi, tanto che la stessa parola IUS troverebbe origine nel suo nome (Iovs o Ivs a (Di)Iovis o (D)Iovis, cioè a Iuppiter o Iovis pater, dal vocativo greco Zeù pàter, più corretto o patera tu Dia, il padre degli Dei). Questa precisazione perché, per i Greci, il riferimento a Giove veniva fatto più comunemente con il vocabolo Diòs,che rende più facilmente comprensibile il ragionamento logico/verbale.
Di ciò vi è reminiscenza anche in Dante, che colloca Giove in Paradiso tra le anime dei Giusti, in ragione della predilezione del Diòs della Giustizia, disposte in fila con la scritta “‘Amate la giustizia’ furono il verbo e il nome che apparvero per primi in tutta la figura; ‘voi che giudicate la Terra’ furono gli ultimi).Gli stessi Spartani fondavano in Apollo le loro leggi e si fidavano. Almeno fino al consiglio dato per l’invasione dei Persiani, per la quale la Pizia consigliava di non ostacolarla, tanto era inutile.
Per essere completi, gli stessi Ebrei trovano in Dio l’origine delle loro leggi. I nove comandamenti Mosè li riceve direttamente da Dio.
Qui si intende fare un parallelo tra le fondamenta dei nove (tutti sanno che i comandamenti sono nove e non dieci, il decimo è nato dallo sdoppiamento del nono: “non desiderare la donna d’altri e non desiderare la roba degli altri”. D’altronde lo zero al tempo non era neppure conosciuto) e le previsioni del Proemio e anche delle poche leggi tramandate di Zaleuco.
Foto: Allegoria della Sapienza Divina di Andrea Sacchi