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Costume e SocietàLetteratura

La rivalsa di Afrodite

Novelle Ioniche


Edil Merici

Di Luisa Totino

Ade afferrò Betty con la sua lunghissima frusta e la legò ben stretta al suo carro, partendo alla volta dello Scrigno, affidandosi all’impeccabile fiuto del suo fedele Cerbero. Intanto, davanti agli occhi di Fedora e Isabella e di tutti gli altri presenti, Afrodite si mostrava in tutto il suo splendore.
Dopo un lungo sospiro a occhi chiusi, per assaporare di nuovo la vita e godersi la libertà ritrovata, la dea si rivolse alle sue salvatrici, Fedora e Isabella: «Mi avete liberata. Avete rischiato la vita e vi ringrazio dal profondo del cuore» e inchinò la testa verso di loro.
Poi riprese: «Fedora, sapevo che non mi avresti mai tradita. La mia fedele sacerdotessa.»
Voltando lo sguardo scorse Proteo e, indignata, gli disse: «Che ci fai qui? Sei l’ultima persona che avrei voluto vedere al momento della mia liberazione!»
Proteo, affranto da quelle parole, rispose: «Mia Signora, ho il cuore a pezzi per ciò che ho fatto. Conoscete bene il potere di Ade. Sa essere molto persuasivo. Ma vi giuro che non c’è stato ostacolo o pericolo, che io abbia superato, senza pensare al vostro bene!»
E Afrodite: «Non giurare, Proteo! Prima di riavere la mia fiducia, mi dovrai dare più di un motivo, e non ti basterà una vita intera per farlo, contaci!»
E Proteo: «State certa che riuscirò a riconquistare la vostra fiducia, mia Signora!»
Afrodite non tardò a rendersi conto di dove si trovasse, e disse, rivolgendosi a Fedora: «Sono ancora nel Tartaro! Ade sicuramente avrà sentito la mia liberazione dallo Scrigno. Non dovevate liberarmi qui. Se il mio benevolo potere si dovesse scontrare con quello oscuro di Ade, il mondo finirebbe!»
Fedora rispose: «Mia Signora Afrodite, abbiamo azzardato questa liberazione, perché costretti. Ade aveva scoperto il nostro piano di sottrarvi al suo dominio, e ora non fa altro che darci la caccia!»
Kendra aggiunse: «È vero, non potevamo fare altrimenti. Ma ci rendiamo conto di essere in forte pericolo!»
Afrodite pensò per qualche minuto in silenzio, poi disse: «Vedo che avete unito forze diverse per liberarmi. È arrivato il momento che io salvi voi»
Rivolgendosi a Fedora: «Bisogna attivare lo scudo di luce lunare, non c’è altro modo»
E Fedora: «Ma, mia Signora, è molto pericoloso, lo sapete! Non chiedetemi una cosa del genere, vi prego!»
Isabella, incuriosita, chiese a Fedora: «Cos’è lo scudo di luce lunare?»
E Fedora: «È una protezione contro una forza oscura e distruttiva. Viene evocato in presenza di una fonte di luce lunare»
E Isabella: «Ma qui, nel Tartaro, la luce della luna dove la troviamo?»
E Fedora: «Sono un’iniziata, posso farla venire a me, nella quantità che necessita, per creare lo scudo, ma solo nell’attimo in cui le due forze opposte si scontreranno.»
E Isabella: «E il rischio quale sarebbe?»
E Fedora: «Se lo scudo non venisse creato in quell’attimo preciso tutta la forza oscura di Ade si riverserebbe su Afrodite, annullandola!»
E Isabella: «E se lo scudo dovesse riuscire nell’intento, cosa accadrebbe?»
E Fedora: «In quel caso Amore e Odio si mescolerebbero, rendendo il primo più accorto e il secondo più consenziente»
E Isabella: «È terribile, non tanto per Ade quanto per Afrodite!»
E Fedora: «È l’unico modo per salvare tutti noi dal Signore degli Inferi e permettere alla dea dell’Amore di vivere di nuovo libera, così che il mondo continui il suo procedere.»
Kendra, con sguardo deciso, disse: «Facciamolo! Cosa aspettiamo?!»
Afrodite annuì e Fedora, alzando le braccia e chiudendo gli occhi, come per ascoltare qualcosa, pronunciò le parole per acquisire la luce lunare: «O luce sorella, della luna splendida e bella, vieni a me, per difendere ciò che è amorevole con il tuo scudo, per non permettere al male di avvolgerci nel suo orribile ludo!»
A un tratto, tra i fumi del Tartaro, discese qualcosa che si adagiò delicatamente a terra. Fedora aprì gli occhi e la raccolse delicatamente. Era un splendido cristallo che emanava una luce soffusa e bellissima, donando serenità nei cuori.
Fedora disse: «Abbiamo la luce lunare! Ora dobbiamo tenerci pronti a evocare lo scudo, quando Ade e Afrodite si affronteranno viso a viso»
Afrodite: «Io sono pronta. Aspetto questo momento da molto tempo. È giunta, finalmente, l’ora di affrontare il mio terribile nipote!»
Ade, intanto, scalpitava furente, per essere stato raggirato. Se Afrodite era ormai libera lui avrebbe cercato, a ogni costo, di trattenerla nel Tartaro. Il suo ostaggio sarebbe stato la sua carta vincente…

Continua…


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