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Costume e SocietàLetteratura

L’origine delle leggi locresi

La Repubblica dei Locresi di Epizephiri LII - È difficile avere la certezza storico di quale ruolo abbia avuto Zaleuco nella formulazione delle leggi locresi, ma è più sicuro ricostruire l’ispirazione storico-sociale che le stesse hanno avuto. Iniziamo oggi un percorso che ci porterà a comprendere meglio quale questo modello sia stato.

Di Giuseppe Pellegrino

È bene ricordare che l’esistenza della figura di Zaleuco è stata sovente messa in discussione poiché non vi era traccia dei suoi maestri, dei suoi viaggi e, in conseguenza, non era credibile che uno schiavo ex abrupto, dalla propria mente, traesse un sistema politico-giudiziario sicuramente idoneo a tracciare il confine tra le antiche legislazioni arcaiche e il diritto moderno vero e proprio. Anche lo stesso suo nome era utilizzato per negare la sua esistenza: Leukòs,in greco, significa Luce; Sa/Za un rafforzativo, per cui si può tradurre come Splendenteo Stralucente.Oggi non vi è chi non faccia il paragone con nomi non del tutto diversi come Luciano, Azzurra, Alba e chi più ne ha più ne metta. Non diversamente presso i Greci. L’argomentazione non regge. Il fatto di sapere poco o niente, più niente che poco, su Zaleuco, non significa nulla. Certo è da ripudiare chi lo vuole discepolo di Pitagora, che è nato quasi cento anni dopo o di Dracone, che è stato suo discepolo, o addirittura indicare negli Stoici la corrente del suo pensiero filosofico, dimenticando che tra Zaleuco e tale corrente filosofica vi sono più di duecento anni di differenza. La confusione nasce anche per quel che riguarda la sua origine di schiavo. Era un figlio dei servi fuggiti da Locri Opuntia, non uno schiavo. A Locri è nato ed è vissuto da uomo libero. Quasi sicuramente soldato di valore: la guerra è stata l’occasione per viaggiare. Sapeva sicuramente leggere e scrivere e tra i suoi viaggi non è da escludere Creta, con tutte le reminiscenze micenee del diritto (che erano non poche di per sé presso i Dorici), Gortina compresa. La sua condizione di figlio di uno schiavo e di una donna libera lo ha portato ad avere una maggiore attenzione ai diritti dei deboli. Difficilmente si può spiegare la norma che vieta ai Locresi, sotto pena del laccio, di avere schiavi e schiave.Come il fatto che tutte le norme vengono declinate al maschile e al femminile: schiavi e schiave; adultero e adultera. Non siamo alla parità di diritti umani e/o quella di genere, ma è un passo notevole nel mondo del diritto, dove lo schiavo era semplicemente una proprietà e la donna solo una fattrice (una cagna, non nel senso che si dà oggi, ma un animale che viene nutrito a spese del padrone, senza nulla in cambio).
È indiscutibile che tutta la Legislazione locrese non possa essere frutto di una mente sola e neppure di un insieme di menti raffinate. Troppo geniale l’intera impostazione; troppo unica sotto molti aspetti. Ma sicuramente con ispirazione a fonti certe e a una Legislazione aggiornata e raffinata nel tempo. Ne discende l’obbligo di trovare le fonti.
Sull’origine micenea delle leggi locresi, aiuta l’osservazione che molti storici greci antichi hanno fatto sulla frequentazione nell’Italia meridionale (Calabria e Sicilia) dei Micenei. Si è già fatto riferimento ai popoli presenti nella Locride prima della venuta dei Greci.
Oltre Siculi, Enotri e Morgeti, vi è una popolazione della gente Iapigia nell’Italia meridionale. Lo storico Marco Terenzio Varrone ha una sua idea sull’origine di tale etnia. Per detto vi è una origine triplice: cretese, illirica e italiana. Lo stesso Erodoto accenna alla presenza micenea nell’Italia meridionale, osservando che tale presenza non fu di natura invasiva, ma più specificatmente di trasformazione dei cretesi (tanto che usa il termine metabàllein) in iapigi. Invero, se si dà retta a Orazio Lupis, il termine iapigi altro non sarebbe, per come già detto, che il richiamo a Jàphet, il padre, secondo gli Ebrei, di tutte le genti. Così, tra micenei ed ebrei vi sarebbe una conpenetrazione.
Il concetto sarà più chiaro, se si ricorda la presenza nella Locride sia dei Siculi che degli Enotri. La scomparsa parziale dei Siculi, si ha a causa della occupazione della Locride da parte degli Enotri. Tra la popolazione dei Siculi, degli Enotri e degli Opici vi sarebbe una forte compenetrazione, con una grande influenza micenea.
Concludendo, sottolineamo che Locri Opuntia aveva, come tutti i greci, una legislazione dalla forte influenza cretese, tanto che qualcuno, facendo riferimento alla Locri del Golfo di Crissa, conclude che in detta pòlis vi era già il divieto di avere schiavi e schiave.
D’altronde, per lo stesso Caronda di cui nessuno dubita della esistenza, le notizie sono incerte e contraddittorie.

Foto: wikipedia.org

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