ADVST
Costume e Società

Il letargo del buonsenso

Pensieri, parole, opere… e opinioni

L’anno scorso non avrei mai immaginato di ritrovarmi a scrivere un editoriale di Natale né tanto meno mi avreste mai sentito prevedere che queste festività sarebbero state condizionate dal Covid-19 come (e forse addirittura più) dello scorso anno.
Dei contagi che ci hanno obbligato a transitare nuovamente nella tanto temuta zona gialla abbiamo già parlato la scorsa settimana, così come della necessità di alcuni sindaci di correre ai ripari dopo che, ottimisticamente, avevano dato il via libera alle manifestazioni natalizie. Un vero peccato per Locri, dove a farla da padrona è stato l’indiretto botta e risposta al vetriolo tra maggioranza e opposizione, ma ancora più per Siderno, dove Mariateresa Fragomeni sta compiendo uno sforzo titanico per cercare di salvare la manifestazione Bentornato Natale, ulteriore delicatissimo banco di prova per la neo sindaca, dopo il già provante exploit incendiario del primo mese di amministrazione.
Non intendo in questa sede puntare il dito contro chi ha trovato il coraggio organizzare un Natale esattamente come si poteva fare prima della pandemia e, ammettiamolo, le indicazioni spesso fumose del Governo non hanno certo agevolato il compito di primi cittadini e organizzatori che, da nord a sud, hanno intrepidamente affrontato un lancio nel vuoto salvo poi rendersi conto di aver indossato un paracadute senza cordicella per l’apertura. Non posso negare di essere rimasto perplesso, tuttavia, nel leggere un post pubblicato sui social in cui un primo cittadino affermava che a ottobre, data in cui si sarebbero cominciate a pianificare le manifestazioni natalizie, non si poteva immaginare che saremmo tornati in una situazione di emergenza in virtù dei passati isolamenti e della vaccinazione. Eppure ricordo bene che la seconda metà di quel mese ha visto una decisa accelerata dei casi in tutta Italia e che gli esperti già parlavano dell’adozione di misure restrittive per salvare il Natale.
La frase di questo sindaco, allora, dimostra come il desiderio di tornare a una vita sociale pienamente attiva abbia finito con il far dimenticare a tutti (amministratori e privati cittadini) le decine di raccomandazioni che non abbiamo fatto altro che fare a noi stessi in questo anno infinito. Tonnellate di gel per le mani, creme per lenire le piaghe da mascherina e corse al vaccino sono state dimenticate in un attimo per la prospettiva di un divertimento facile. Eppure l’abbiamo visto quale impatto le feste (private!) e le riunioni di famiglia abbiano avuto sull’andamento dei contagi l’anno scorso e anche come, al netto dell’arrivo del vaccino, con l’arrivo della stagione fredda e la concomitanza con i malanni di stagione i letti d’ospedale si siano comunque riempiti. E che fine hanno fatto le raccomandazioni sulla ripartenza graduale o le considerazioni relative al fatto che la pandemia ci stesse indicando che dovevamo rendere più sostenibile il nostro stile di vita?
Certo, con il senno di poi siamo tutti statisti eccezionali e, molto probabilmente, al posto delle decine di sindaci che hanno firmato le delibere utili a far partire le manifestazioni oggi abortite, avrei fatto esattamente la stessa cosa, magari tentennando addirittura più di loro prima di far chiudere tutto. Eppure non riesco a non pensare al danno d’immagine ed economico che questa leggerezza ha finito per arrecare ai nostri paesi in un momento in cui l’imprenditoria è già sfiancata così come mi preoccupa davvero molto il fatto che l’attenzione della società civile si sia spostata tutta (e in tutta Italia) sui diversi Natali saltati e veglioni a rischio piuttosto che su altre e ben più importanti decisioni amministrative, proprio in un periodo in cui la discussione sui fondi per la ripartenza in arrivo, le varie quadrature dei bilanci e gli appalti affidati in tempi brevi per poter essere contabilizzati nell’anno corrente potrebbero condizionare la vita dei cittadini non solo per l’anno a venire, ma per interi decenni.
Stanti così le cose, non possiamo che continuare a informarci nella speranza che la politica prenda decisioni più oculate di quelle prese per il Natale 2021 e, soprattutto che, in caso di errori madornali si possa correre ai riparti per tempo esattamente come avvenuto con le manifestazioni di cui sopra.
Dal canto mio, non mi resta che augurarvi un sereno Natale e raccomandarvi di riguardarvi sempre, perché il Covid-19, ormai dovrebbe essere chiaro, è qui per restare e ci vorrà ancora un po’ di pazienza e tanta attenzione per imparare a sopportarlo…

Foto: adviseonly.com


Edil Merici

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button