I superpoteri di Bruno Siciliano e il nostro sogno per la Locride
Pensieri, parole, opere… e opinioni
Ho conosciuto Bruno Siciliano alla fine di settembre dello scorso anno. Nel lasso di tempo intercorso da quel piacevole pomeriggio speso tra i vicoli di Gerace, ho imparato a conoscere un uomo dalla cortesia sconfinata e uno scrittore dall’indiscutibile talento, con il quale abbiamo avviato una proficua collaborazione che contribuisce ad accrescere il prestigio della nostra testata.
La scorsa settimana, poi, in occasione della presentazione del suo libro Ricordatevi di Angelica, ho scoperto che il buon bruno ha persino i superpoteri. Innanzitutto quello dell’ubiquità, che gli ha permesso di leggere per voi l’ultimo episodio di Natalina, suo nuovo romanzo a puntate che stiamo pubblicando su queste colonne il giovedì sera, proprio negli stessi minuti in cui si ergeva, dinanzi a una platea rapita dalle sue parole misurate, per raccontare genesi e sviluppi del suo ammaliante libro storico.
Ma la serata spesa tra le evocative mura del castello feudale di Ardore ci ha permesso di mettere in evidenza come, attorno all’Angelica sognata da Bruno, si siano messi in moto tutta una serie di ingranaggi che poterebbero portare meritato lustro non solo al nostro eclettico autore, ma all’intero nostro comprensorio.
Di questo ha parlato nel proprio intervento Emanuela Licciardelli, regista “dall’anima gotica” (come affermato dai colleghi di Gazzetta del Sud) che, al netto delle sue origini siciliane, ha fatto di Ardore la sua seconda casa e che, venuta a conoscenza dell’esistenza del romanzo oggetto di presentazione, dopo averlo divorato in una manicata di ore ha subito cominciato a scrivere un soggetto a esso ispirato per una futura pellicola. Inutile affermare che, dopo aver fatto da testa di ponte per mettere in contatto questi due artisti, il nostro giornale si sia immediatamente reso disponibile a collaborare alla realizzazione di questo prodotto cinematografico cercando di comprendere quali siano le condizioni utili ad accedere ai finanziamenti che potrebbero trasformare questo sogno in realtà. Emanuela, dal canto suo, ha già speso qualche giornata a perlustrare, con Bruno al seguito, Gerace e dintorni, per comprendere dove lui abbia ambientato le scene del suo romanzo e dove lei, invece, potrebbe effettuare le riprese per la sua pellicola, cominciando a sognare che un corretto sfruttamento dei luoghi potrebbe dare il la anche alle nostre latitudini a quel turismo cinematografico che ha fatto la fortuna del ragusano in seguito al successo de Il commissario Montalbano.
E allora, ecco come da un’evenienza singolare e da un’idea figlia dell’insonnia, si sia venuto a creare un effetto a cascata che, se le cose dovessero andare come noi ci auguriamo, da qui a qualche anno potrebbe rivoltare come un guanto le sorti del territorio. E qui intervengono altri degli innumerevoli superpoteri di Bruno: quello di saper ammaliare le persone con il suo sguardo ipnotico, di rapirne il cuore cesellando la carta con le sue parole e di trasmettere la sua conoscenza sconfinata del territorio che gli ha dato i natali e che ama indefessamente. Voci di corridoio cominciano a mormorare che un altro dei superpoteri di Bruno sia quello di, come un novello re Mida, fare la fortuna di tutto ciò di cui parla e di tutti coloro che incontra ma, siccome siamo siamo scettici (o forse solo scaramantici, considerato che la cosa ci riguarda in prima persona) preferiamo che sia il tempo a confermare questi mormorii.
Nel frattempo, per darvi un’idea precisa di ciò di cui abbiamo parlato, se non siete stati tra il pubblico della presentazione del libro della scorsa settimana, vi lasciamo con l’intervento integrale del buon Bruno che, in un quarto d’ora, ci ha spiegato come sia nato il suo libro (che vi invitiamo a comprare cliccando qui) e ce ne legge uno dei capitoli più struggenti e affascinanti.
Foto di Giuseppe Galluzzo