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Attualità

Black(out) Friday

Pensieri, parole, opere… e opinioni


GRF

Molti di voi avranno probabilmente notato che venerdì il nostro giornale ha lavorato a mezzo servizio. Un problema sul server, infatti, ha inizialmente reso totalmente inaccessibile il nostro sito per poco più di un’ora, quindi, pur garantendo l’accesso in modalità lettura, ce ne ha impedito la gestione e il conseguente aggiornamento fino a sera. Inizialmente non nascondo di essermi fatto prendere dal panico e di aver attivato (e stressato) le nostre programmatrici (che non smetterò mai di ringraziare soprattutto per la pazienza dimostrata) affinché il problema rientrasse in tempi brevi e ci permettesse di continuare a tenervi aggiornati sulle ultime notizie come di consueto.
Con il passare delle ore, tuttavia, mi sono reso conto che, in realtà, il problema non fosse poi così grave come poteva apparire in un primo momento. Lasciatomi alle spalle lo shock iniziale, infatti, ho fatto una cernita delle notizie che avevamo in programma e che stavano giungendo in redazione, effettuando al contempo una carrellata delle ultime notizie pubblicate dai nostri colleghi che non erano per ovvie ragioni afflitti dai nostri stessi problemi tecnici.
È così che ho realizzato che ci sono periodi (e questo ottobre vi entra a buon diritto) in cui la rincorsa alla notizia che affligge il giornalismo dell’era digitale non ha troppo senso di esistere. Siamo così abituati ad avere aggiornamenti costanti dal mondo che ci circonda, da non esserci resi conto che ci sono giornate in cui il giornalismo potrebbe prendersi tranquillamente quello che gli americani definiscono un “giorno d’inverno” (ovvero una giornata di ferie dedicata alla cura personale e alla riflessione).
Non temo di rivelarvi che, se non fosse stato per la tanto discussa notizia del mostro di Sant’Agata, questo sarebbe stato il mese in cui il nostro giornale (poco avvezzo ai titoli altisonanti e sempre alla ricerca, come i nostri lettori più affezionati ormai sanno, di notizie lente, che possano cioè essere pubblicate in momenti favorevoli della giornata lasciando il tempo ai nostri lettori di commentarle nelle piazze reali o virtuali che siano) avrebbe subito un’importante calo di traffico a causa della mancanza di fatti che avevamo l’interesse di condividere con i nostri lettori. Non che non sia successo niente nel mondo, si badi bene, ma la querelle sulla formula da utilizzare per riferirsi alla Presidente del Consiglio tra Laura Boldrini e la stessa Giorgia Meloni non ci ha appassionato, esattamente come, per restare in Calabria, abbiamo considerato ai limiti del voyeurismo l’ossessione con cui alcuni colleghi hanno riportato qualunque particolare relativo alla tragica morte di tre fratelli catanzaresi (oltretutto fuori dalla giurisdizione del giornalismo locale reggino alla cui categoria noi apparteniamo) nel rogo della propria abitazione e dei successivi funerali. Altrettanto paradossale e ai limiti del fuori luogo trovo poi la realizzazione di resoconti dettagliati di tutti i sinistri stradali che si verificano nel nostro comprensorio, soprattutto nei casi in cui fortunatamente non provocano più di qualche spavento o incazzatura. Persino l’altisonanza con cui è stata riportata l’improvvisa e triste dipartita di Pasquale Gagliardi di Siderno ha finito con l’avere del grottesco e non rendere merito alla vita spesa al servizio della propria comunità dello stimato medico.
Sono solo alcuni degli esempi di notizie tappabuchi, o trattate in maniera sbilanciata, che ritengo abbiano fatto perdere ai lettori fiducia nella nostra categoria. Parafrasando Oscar Wilde, forse la nostra categoria dovrebbe imparare che a volte è meglio pubblicare una notizia di meno e farsi passare per poco professionali che pubblicare qualunque cosa ci capiti a tiro e togliere ogni dubbio.
Ma è pur vero che la logica commerciale alla quale sono legati i piccoli siti d’informazione ci impone un’accantonamento della nostra deontologia che a volte genera orrori di cui comprendiamo l’esistenza a danno ormai compiuto.
Del resto, io stesso, appena il sito è tornato in linea, mi sono premurato di recuperare tutte le notizie che non ero riuscito a pubblicare durante il giorno…


Gedac

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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